Nei campi
profughi lungo Rotta Balcanica sono scoppiati diversi focolai Covid soprattutto a causa delle drammatiche condizioni igienico-sanitarie che spesso siamo costretti a testimoniare. Nel "Provisional Camp" di Lipa in Bosnia Erzegovina ben 140 persone sono in questo momento in isolamento per Covid accertato e vengono ospitati nelle tende di servizio, separati dagli altri profughi accolti nel campo mentre anche alcuni operatori purtroppo stati contagiati. Per cercare di limitare il più possibile i casi di infezione all’interno del campo la scorsa settimana
sono state sospese tutte le attività ricreative, ma le condizioni igienico sanitarie restano molto critiche e questo aumenta drammaticamente il rischio di diffusione del contagio tra gli ospiti e gli operatori. Ancora oggi
mancano completamente gli allacci elettrici, quelli idrici e quelli fognari. Il campo di Lipa era nato inizialmente come un campo provvisorio per l’isolamento dei migranti contagiati dal Covid o per affrontare la quarantena, una vergona per l’intera Europa come abbiamo più volte mostrato perché evidentemente inadatto ad ospitare persone in maniera dignitosa. Un luogo infelice all’aperto in montagna, con temperature che scendono molti gradi sotto lo zero.
Caritas Ambrosiana e Ipsia-Acli, in collaborazione con la Croce Rossa locale continuano a distribuire quotidianamente agli ospiti del campo pasti caldi, acqua potabile, cibo e all’assistenza sanitaria.
Al
centro per famiglie migranti di Borici di Bihać in Bosnia Erzegovina
45 ospiti sono stati messi in quarantena, così come 12 dipendenti di organizzazioni internazionali e agenzie di sicurezza. Al Sedra altro campo profughi per famiglie che sorge sempre nei pressi della cittadina di Bihać sono stati rilevati i primi casi positivi di Covid e per questo sono state sospese tutte le attività ricreative in via precauzionale.
In questo momento la situazione dei focolai di Covid-19 nei campi dove opera Caritas Ambrosiana necessita di un intervento immediato. Non avendo ancora attivato uno screening di massa non abbiamo la possibilità di accertare la reale portata dei casi di infezione che sono già ad oggi molti di più di quelli confermati dalle analisi di tracciamento dei casi.
Per questo
abbiamo provveduto ad acquistare 4.000 test rapidi per monitorare la situazione che potrebbe peggiorare da un momento all’altro visto le drammatiche condizioni igienico-sanitarie presenti nei campi unite alla difficoltà mediche di affrontare una rapida diffusione delle infezioni.
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Causale:
Emergenza profughi nei Balcani
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