Quest’ultimo anno è stato segnato, ovviamente, da
interventi emergenziali per aiutare le comunità ad
affrontare il Covid e dal rallentamento o addirittura dalla
sospensione, per lunghi mesi, degli altri interventi previsti all’interno dei progetti riguardanti l’agricoltura per garantire uno sviluppo importante in un contesto messo a dura prova dai cambiamenti climatici.
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Per quanto concerne l’intervento emergenziale in due momenti successivi si è provveduto a garantire tutto quanto si è rivelato necessario per una sopravvivenza (purtroppo quest’ultimo non è un termine eccessivo) di
330 famiglie delle aree interne della diocesi, le più povere, che si sono trovate private dell’essenziale; in particolare si è trattato di mettere a disposizione sia
cibo (intervento che non veniva richiesto ormai da molto tempo) che
materiale sanitario di vario genere. Molti hanno perso il lavoro per le restrizioni per limitare i contagi da Covid-19, soprattutto i lavoratori informali che già faticavano prima della pandemia e vivevano di piccole somme giornaliere per comprare il cibo essenziale.
Qualche segnale importante di
ripresa sta arrivando dal
progetto agricolo. Nelle ultime settimane arrivano notizie confortanti. Pur dovendo fare i conti con attenzioni e limitazioni dovute alla pandemia è stato possibile garantire una serie di interventi che hanno dato la possibilità a più di
100 famiglie di assicurarsi uno sguardo al futuro con un po’ più di fiducia che si appoggia su basi almeno un po’ più solide e concrete…e questo è fondamentale in un momento così difficile anche per il fatto che
non ci si sente abbandonati.
Le iniziative sul campo hanno, quindi, preso forma a partire dall’inizio della stagione delle piogge, nello scorso aprile.
Sono state distribuite sementi adatte e resistenti al clima siccitoso tipico dell’area di Mombasa. Questa fase è stata portata avanti in collaborazione col Dipartimento per l’Agricoltura della Contea di Kilifi; questa collaborazione ha permesso una negoziazione che ha dato i suoi frutti consentendo l’allargamento dei beneficiari da 100 a 110 famiglie,
integrando indigenti e disabili di aree limitrofe a Bamba e Ganze dove risiede la maggior parte delle famiglie.
A fianco di questi interventi, si sono promossi
diversi momenti formativi su argomenti di utilità immediata ritenuti indispensabili per poter dare possibilità di arrivare a
risultati concreti e duraturi.
In particolare, la formazione ha affrontato diversi temi:
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Come gestire le nuove colture, dalla semina al raccolto e alla conservazione
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Come creare e gestire i vivai
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Come recuperare e utilizzare l’acqua sia in campagna che in casa riducendone al minimo lo spreco
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Come utilizzare tecniche per il risparmio energetico nella cucina che permettono una significativa riduzione del consumo di carburante e soprattutto della legna, una scelta semplice che si rivela molto efficace nel contrasto alla deforestazione.
Tutti questi momenti formativi di carattere più tecnico sono stati accompagnati da approfondimenti dei contenuti dell’enciclica
Laudato si’; l’obiettivo è stato quello di offrire una maggior consapevolezza rispetto alle scelte quotidiane, agli stili di vita, che possono avere rilevanza locale ma che stanno, contemporaneamente, all’interno di un
cammino globale verso la cura del creato, come viene richiamato con forza dall’enciclica stessa. Un’ulteriore conferma che è importante operare, consapevoli di
essere tutti “sulla stessa barca” e con l’intenzione chiara di
“non lasciare indietro nessuno”.