Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto da mons. Coter, fidei donum bergamasco già direttore di Caritas Cochabamba e dal 2013 vescovo del Vicariato apostolico del Pando, nell'Amazzonia boliviana, una lettera di cui riportiamo uno stralcio:
“mi permetto di lanciare una richiesta di aiuto alla Caritas Ambrosiana per l'urgenza che ci preme nella situazione di contagio del Corona virus e per le ricadute pesanti che si profilano per la nostra gente.
Qui da noi sta arrivando l’ondata dei contagi.
Le previsioni di massima diffusione sono per luglio e inizio agosto.
Finora si avanzava abbastanza lentamente anche perché abbiamo da poco raggiunto i 90 giorni di “incapsulamento” (lock down): la gente è stanca e molti hanno il problema del cibo perché vivono del lavoro informale e alla giornata.
Abbiamo aiutato con 3 campagne di distribuzione nelle 8 parrocchie e con l'invio di 34 tonnellate di viveri e materiale sanitario nell'area rurale.
Anche il Governo ha fatto la sua parte ma la situazione è sempre difficile.
Nonostante questo, di colpo, l’ultima settimana è iniziata la crescita esponenziale dei contagi.
Guayaramerin (circa 40.000 abitanti) con oltre 150 casi di contagio accertati, è già collassata: il sistema sanitario dell’ospedale è saturato e ha perso ormai le tracce del contagio che si considera generalizzato.
Cobija, la capitale del Pando, in frontiera con il Brasile, era ferma da 40 giorni a 12 contagi. In questa ultima settimana ha sorpassato i 100 casi di contagio.
A Riberalta siamo a 122 casi passando in una settimana da 43 a questa cifra. E’ poca cosa rispetto a quanto avete vissuto in Italia certamente. Ma per noi è una grande preoccupazione perché abbiamo in tutto 5 posti di terapia intensiva, 2 respiratori, nessun ventilatore.
Anche le medicine sono un lusso perché si devono acquistare, sempre e quando la gente abbia soldi e qualche “volo di stato” le possa portare fin qui perché i voli e i viaggi sono sospesi.
Qui è in gioco la vita della gente e mi è sembrato che non potevo evitarmi la responsabilità visto che non c’erano altre strade.
Vorremmo acquistare una macchina per la produzione di ossigeno negli Stati Uniti che è già disponibile e potrebbe essere operativa in Riberalta entro il 15 luglio. Domenica scorsa con il comitato abbiamo fatto un ispezione all’ospedale insieme al direttore medico e al sindaco.
La stanza dove si installa la macchina è adeguata e sostituirebbe i raccordi delle bombole che attualmente sono collegate e che vengono continuamente sostituite. Il sindaco ha promesso che, con il risparmio che la macchina porterà alle spese di ricarica, paga il contratto di un tecnico incaricato e il contratto della ditta che ne fa la manutenzione. Le bombole che attualmente occupa l’ospedale passeranno a servizio degli altri centri medici che ne avranno urgenza per il COVID stesso.
La gente contribuisce con il poco che può. In una settimana hanno raccolto 1.100 dollari cosa che avvaloro tantissimo per lo sforzo che significano dopo questi giorni di lock down senza lavoro! Vuol dire che sentono quanto sia importante questo.
Quanto potrete fare saranno i vostri “5 pani” che affidiamo alle mani di Gesù per i 5.000 affamati che Lui conosce bene!
Grazie per questo!"
Abbiamo così deciso di unirci alla raccolta fondi intrapresa da varie realtà ed inviare al Vicariato apostolico del Pando
un contributo di 5.000 euro per questa emergenza.
Da Riberalta, il Vicariato Apostolico del Pando ci ha ringraziato e ha fatto sapere di aver installato i macchinari, arrivati il 21 luglio e che sono
regolarmente in funzione da quella data.