Il 26 ottobre 2015 verso le ore 9:00 si è verificato un terremoto di magnitudo 7.7 nella regione dell’Hindu Kush, con epicentro a 269 km a nord-est di Kabul in Afghanistan, a circa 350 km da Islamabad. La scossa di terremoto è stata percepita in tutto il Pakistan, ma anche in Afghanistan e in India. Più di 103.200 case sono state danneggiate, 282 persone sono decedute e quasi 2000 sono rimaste ferite; accertamenti sul campo hanno rivelato che la maggioranza delle vittime e dei feriti è di religione musulmana; le vittime provengono per lo più dalla divisione di Malakand, anche se altre zone colpite sono territori di Gilgit Baltistan, Chiltral, Manshera e AJK. Le abitazioni danneggiate sono soprattutto in Malakand (più di 4.200), in Swat (10.000 circa) e in Upper Dir (14.500 circa). Il problema principale è che alcune aree montuose e collinari non sono ancora state raggiunte dagli aiuti, in particolare dei territori di Swat, Shangla, Gilgit, Ghizer, Chitral, Dirare, a causa della loro posizione geografica e dei dissestati percorsi di collegamento, oltre che da condizioni atmosferiche sfavorevoli. La stagione estiva si è conclusa e si sono presentate le prime nevicate, per questo motivo sono necessari anche kit per l’inverno e altri materiali non alimentari per aiutare le popolazioni colpite.
Il governo locale ha guidato gli aiuti, le valutazioni e i sondaggi riguardo aree colpite sul territorio; esso ha fornito materassini e lenzuola da tenda, assistenza sanitaria e pacchetti di cibo nelle zone di Bajaur, Mohmand, Kurram, e Orakzai ed in Chitral sono stati costruiti sette campi di soccorso. La sicurezza si è rivelata instabile in molte delle zone colpite dal terremoto, ma in alcune di più che in altre: per questo motivo Caritas Pakistan, consultandosi con il distretto governativo locale, ha sviluppato una strategia per la sicurezza di cui sono stati informati tutti gli agenti sul territorio.
A favore di Caritas Pakistan, Caritas Italiana ha presto lanciato un appello per una risposta rapida di aiuti, per la soddisfazione delle necessità immediate delle vittime del terremoto. La durata della prima emergenza è stata di due mesi (da fine ottobre a fine dicembre) per un costo totale del progetto di circa 280.000 euro. Gli enti coinvolti negli interventi sono stati Cordaid, CHARISH, Caritas Giappone, Caritas Italiana, Caritas Spagna, Caritas Austria e Caritas Germania; Caritas italiana ha partecipato ai finanziamenti stanziando 100.000 euro. I finanziamenti sono serviti a fornire: 1.200 kit di preparazione all’inverno, 1.000 rifugi temporanei, 1.200 kit per la cucina e 1.200 kit igienico-sanitari. Durante i periodi di risposta immediata all’emergenza sono state svolte attività di valutazione delle necessità seguenti, ovvero quelle da soddisfare nel periodo di recupero e riabilitazione delle vittime, dopo i primi due mesi dall'avvio dell'emergenza. Per la distrubuzione dei kit di assistenza, dopo aver valutato le provenienze delle persone bisognose di aiuti, sono stati creati due punti di distribuzione, in posizioni che sono facilmente raggiungibili dai beneficiari stessi.
Inizialmente Caritas Pakistan ha ingaggiato lo staff di Emergency Response e DRR a livello nazionale e diocesano, oltre ad ingaggiare temporaneamente volontari e staff locale; anche i membri delle comunità colpite stanno supportando Caritas negli interventi. Inoltre, Caritas Pakistan si interessa di amministrare i suoi interventi in collaborazione con le altre organizzazioni umanitarie presenti sul territorio, attraverso diversi meeting e momenti di condivisione delle informazioni utili, perché vi sia un’efficiente attuazione degli interventi di assistenza nella loro globalità, sotto la supervisione del distretto governativo locale, il quale detiene anche il compito di evitare la duplicazione delle distribuzioni per una stessa area. Inoltre, alle attività di assistenza contribuisce anche l'esercito, che ha messo a disposizione i suoi elicotteri per aiutare nel servizio di distribuzione.