“All’ombra del campanile”
Caritas risponde all’appello delle Comunità Laudato Si’ per la riforestazione delle aree urbane.
Mons. Pompili: «Piantare un albero serve a risvegliare l’atteggiamento globale. Dobbiamo fare un’azione propositiva perché la paura non ha mai mobilitato nessuno».
Petrini: «Giusto occuparsi dell’amazzonia. Ma non dimentichiamoci dell’amazzonia che abbiamo distrutto a casa nostra. Piantare alberi è la cosa più immediata che si può fare per affrontare il cambiamento climatico. Ma serve un nuovo modello di sviluppo»
Partito da Milano il primo road show delle “Comunità Laudato Si’”: prossime tappe Brescia e Bergamo
La Caritas Ambrosiana verificherà la diponibilità delle parrocchie ad aderire all’appello lanciato dalle Comunità Laudato si’ per la riforestazione delle aree urbane del Paese: 60 milioni di alberi, uno per abitante, nel più breve tempo possibile. Il progetto “All’ombra del campanile” prevede di individuare le aree di pertinenza delle parrocchie da mettere a disposizione per la messa a dimora di alberi. L’esplorazione inizierà, in particolare, dall’area metropolitana di Milano, in sinergia e collegamento con il programma ForestaMi, lanciato nei giorni scorsi dal Comune in risposta proprio alla campagna promossa dal movimento.
L’annuncio è stato dato, oggi, da Luciano Gualzetti, il direttore della Caritas Ambrosiana e delegato delle Caritas Lombarde, alla presentazione del primo road show delle Comunità Laudato si’, al Refettorio Ambrosiano alla presenza dei promotori del movimento impegnato a promuovere la riflessione per la realizzazione di buone prassi ispirate all’enciclica di papa Francesco: il vescovo di Rieti, Domenico Pompili e Carlo Petrini, fondatore di Slow Food.
Il progetto “All’ombra del campanile” sarà illustrato ai rappresentanti delle Caritas parrocchiali nel corso del convegno diocesano del prossimo 9 novembre “Lasciamoci evangelizzare dai poveri per custodire la casa comune” alla presenza dell’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini.
«Vogliamo raccogliere le proposte e le provocazioni che arrivano dalle comunità Laudato si’. Ci impegniamo a trovare parrocchie e comunità disponibili a piantare alberi nelle aree di propria competenza e di collaborare con altre realtà locali per moltiplicare queste iniziative. Un’idea semplice ma non solo simbolica, perché ogni albero piantato contribuisce a contenere l’innalzamento delle temperature sul nostro pianeta, che condivideremo con tutte le altre Caritas della Lombardia. Lo facciamo perché crediamo che solo gesti concreti possono garantire un futuro ai nostri ragazzi», ha detto Luciano Gualzetti.
«Il Papa ci richiama a una connessione reciproca tra ambiente, economia e società, situazioni che non possono essere affrontate separatamente ma insieme. Oggi è importante ritrovare un pensiero comune e servono giovani e adulti che traducano in azione il pensiero della Laudato si’ – ha detto il vescovo di Rieti, Domenico Pompili - Le comunità Laudato si’ sono nate proprio ad Amatrice, come risposta etica a una terra ferita da un rapporto difficile tra uomo e ambiente. Perché il terremoto non è una fatalità: se fosse accaduto zone dove esistono politiche antisismiche serie sarebbe stato derubricato a un piccolo episodio invece per noi è stata una tragedia, con 300 morti, 80 mila sfollati, paesi completamente distrutti e una situazione che è andata ad impattare fortemente su un’area già interessata ad un lento ma costante spopolamento. Quello che noi abbiamo pensato non è qualcosa di troppo strutturato, ma come delle comunità capaci di coinvolgere la dimensione affettiva, facendo leva su alcune persone che possano far lievitare i propri territori nella dimensione sperata. La prima iniziativa che abbiamo proposto è la campagna nazionale per la riforestazione del Paese. Piantare un albero serve a risvegliare l’atteggiamento globale. Dobbiamo fare un’azione propositiva perché la paura non ha mai mobilitato nessuno».
«Si parla tanto dell’Amazzonia. E’ giusto preoccuparsene. A patto di non dimenticarci dell’Amazzonia che abbiamo a casa nostra – ha sottolineato Carlo Petrini - in Italia, in soli 20 anni, siamo stati capaci di cementificare un’area pari a Lazio e Abruzzo messi insieme. Noi ci siamo chiesti cosa potevamo fare per non essere complici in tutto questo. Abbiamo voluto mettere in essere delle comunità diffuse in cui viene superata la separazione tra credenti e non credenti e in cui si pensa solo alla casa comune. Pesare alla casa comune significa avere attenzione alle tematiche ambientali e mettere in essere comportamenti eticamente compatibili con la salute della terra. Tuttavia il cambiamento climatico avanza ad una velocità superiore ai cambiamenti radicali che dobbiamo mettere in campo per invertire la rotta. Nel frattempo una cosa che possiamo fare e che abbia un impatto concerto sull’innalzamento della temperatura globale del pianeta è piantare alberi. E’ un’azione concreta perché ogni albero, assorbendo anidrite carbonica, è funzionale a questa missione. Già dopo un mese c’è una mobilitazione importante attorno a questa proposta. Questo significa che c’è bisogno di tutto ciò».
Nell’appello firmato insieme a fondatori del movimento Comunità Laudato si’, lo scienziato Stefano Mancuso, direttore del International Laboratory of Plant Neurobiology (LINV) scrive che l’anidride carbonica (CO2) che si accumula nell’atmosfera è la principale responsabile del cosiddetto “effetto serra” e, quindi, dell’innalzamento della temperatura. Dall’innalzamento della temperatura derivano i problemi che affliggono oggi il pianeta: carestie, fame, guerre, migrazioni, catastrofi naturali dipendono spesso, in maniera diretta o indiretta, dal riscaldamento globale. «Vivere secondo criteri di sostenibilità, ridurre sensibilmente i consumi di carne, razionalizzare i trasporti, sviluppare tecnologie che consentano un uso quotidiano e diffuso di energie rinnovabili sono azioni che abbassano le emissioni di CO2. Ma questi comportamenti presuppongono un cambiamento culturale profondo che, in quanto tale, richiede tempo. Tempo che non abbiamo», sostengono i firmatari dell’appello per i quali «è urgente affiancare a questi processi di graduale conversione ecologica, azioni che portino molto rapidamente ad un abbassamento dei livelli di CO2». Una di queste azioni è piantare alberi. Soprattutto nelle nostre città dove – fanno notare - si produce il 70% della CO2 globale. Da qui la proposta rivolta a cittadini, organizzazioni, aziende pubbliche e private, e alle istituzioni locali e nazionali (dal comune al governo) di dare il via alla piantumazione di 60 milioni di alberi entro il 2020.
Nei giorni scorsi il comune di Milano ha risposto all’appello, annunciando un progetto pilota per la messa a dimora di 100mila piante a partire dalla prossima stagione agronomica e di voler allargare questo piano nel tempo, individuando spazi di proprietà pubblica e privata dove realizzare nuove aree verdi.
La Caritas Ambrosiana, che ha aderito al movimento Laudato si’ costituendo un gruppo di lavoro dedicato, intende dare il proprio contributo raccogliendo la disponibilità delle parrocchie a collaborare per individuare, le aree di loro proprietà (dagli oratori alle adiacenza delle chiese alle scuole), da destinare ad un programma di piantumazione in sinergia con l’ente pubblico e verificarne le modalità di gestione. Secondo le indicazioni dei promotori, la ricerca partirà proprio da Milano e dalla sua area metropolitana con l’obiettivo di estenderla a tutte le parrocchie che compongono la Diocesi, molte delle quali strettamente integrate nel tessuto urbano.
Nel corso della conferenza stampa è stato presentato anche il programma del primo road show delle comunità Laudato si’. La prossima tappa sarà Brescia. Al parco diffuso delle Cave, sabato 28 settembre dalle ore 17.30, si terrà l’evento “Oltre la plastica”. Dopo un aperitivo plastic-free, si dialogherà sulle migliori partiche di riutilizzo del materiale di riciclo. Interverranno Beatrice Mazzocchi dell’Associazione culturale 7milamiglialontano, Caterina Calabria di Officina Laudato si’ della Diocesi di Brescia, Maria Luisa Boccacci di Comunità Laudato sì della Diocesi di Rieti e Anna Baldacchini di Officina Sociale Rete Cauto, Marco Danesi, vicedirettore della Caritas diocesana di Brescia. Per l’occasione, nell’ambito dell’iniziativa “Un cuore blu in città” sarà ormeggiato nel lago al centro del Parco della Cave il catamarano Itaca realizzato da 7milamiglialontano e Cauto con bottiglie di plastica recuperate. In questo modo l’imbarcazione concluderà idealmente la crociera che ha compiuto questa estate nei laghi bresciani per sensibilizzare l’opinione pubblica sul recupero della plastica, materiale che oggi è una delle cause di inquinamento dei nostri mari e oceani.
Terzo e ultimo appuntamento in cartellone l’evento “Semi di ricostruzione” a Bergamo. Martedì 1 ottobre dalle ore 19 presso l’Abbazia San Paolo d’Argon si farà il punto sugli interventi di ricostruzione nelle “terre mutate”. Al centro dell’attenzione, in particolare, i progetti che hanno riguardato i monasteri, centri di cultura, arte e di fede, dai quale può ripartire la spinta per rimettere in moto le comunità e riaccendere anche l’interesse turistico. Interverranno Domenico Pompili, Luciano Gualzetti, Roberto Trussardi, direttore della Caritas Bergamasca e Giulio Dellavite, segretario generale della Diocesi di Bergamo.
La presentazione del programma si è conclusa con lo show cooking “I sapori della terra” a cura di Alfonso Bucci, in cui il cuoco e proprietario del Ristorante Roma di Amatrice che ha riaperto dopo il terremoto, ha rivisitato alcuni piatti della tradizione gastronomica locale, presentando i prodotti di alcune aziende che continuano ad operare nei territori terremotati.
Le Comunità Laudato si’ sono libere associazioni di persone che intendono promuovere iniziative ispirate all’ enciclica di papa Francesco da cui traggono il nome. Il movimento nato nei luoghi che nel 2016 e 2017 sono stati l’epicentro del terremoto, sotto l’impulso del vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili e dal fondatore di Slow Food Carlo Petrini, si sta diffondendo in tutta Italia. Le Caritas della Lombardia, legate da un rapporto di gemellaggio con la Diocesi di Rieti e impegnate nei progetti di ricostruzione post terremoto, ne stanno promuovendo la diffusione.