Parliamoci chiaro! Quando si prende in mano un Bilancio Sociale non ci si aspetta molto. Si va alla ricerca di
numeri sintetici che possano indicare il valore delle attività dell’ente che lo pubblica cercando di scorgere alcune priorità. Ma in genere non siamo portati a valorizzare lo sforzo fatto dagli estensori per comunicare in modo trasparente come sono stati utilizzati i fondi ricevuti e come viene realizzata nel concreto la missione dichiarata.
Questo secondo Bilancio Sociale della Caritas Ambrosiana non fa eccezione, ma almeno abbiamo cercato di renderlo agile concentrandolo su
alcuni dei progetti più significativi all’interno della moltitudine di attività che la Caritas Diocesana, sostenuta dalla capillare presenza di un migliaio di Caritas territoriali e 379 Centri di Ascolto, agisce per promuovere e coordinare le attività di animazione e caritative della Chiesa milanese.
La nostra preoccupazione è quella di
mettere in evidenza il grande impegno culturale che la Caritas Ambrosiana cerca di mettere in campo. L’attenzione formativa e di animazione è per noi premessa perché le opere di soccorso del bisognoso
possano avere un contesto favorevole, siano fecondi di legami sociali, ma soprattutto generatori di nuova cultura, cioè stili di vita, mentalità, uso dei beni, modelli di sviluppo, politiche alternativi, come solo il Vangelo lo sa essere fino in fondo. Non sempre lo sforzo di animazione viene descritto dai soli investimenti economici che pur hanno la loro importanza. Spesso le attività di animazione sono sostenute e implementate dalla pastorale ordinaria delle parrocchie e dall’iniziativa volontaria dei tanti operatori Caritas nelle parrocchie. E tuttavia questa mediazione tra fede e vita, celebrazione e carità, pensiero e opere, è quanto mai necessario oggi dove anche i nostri parrocchiani vengono travolti da un sentire comune non certo “misericordioso”.
Accanto a questa azione pedagogica
la Caritas non può fare ameno di incontrare i poveri, tutti i poveri.
Il racconto del Bilancio Sociale 2017 mette in evidenza
l’universalità dell’intervento di Caritas Ambrosiana sia nei confronti degli italiani che degli stranieri; il suo impegno nel contrasto alle nuove povertà come la solitudine, l’impoverimento del ceto medio, il disagio esistenziale di molti giovani; continuando a impegnarsi sulle vecchie povertà come la tratta delle donne e i senza dimora. L’efficacia delle azioni caritative sta nella capacità di
leggere le storie, incontrandole, andare alle cause e insieme mettere le basi per creare le condizioni di una ripartenza restituendo dignità. E questo è possibile per la presenza capillare sul territorio che consente l’ascolto e l’accompagnamento progettuale anche attraverso i molti presidi caritativi diffusi nelle parrocchie (mense, guardaroba, appartamenti e centri di accoglienza, centri diurni, corsi di italiano, assistenza agli indebitati,…) garantite da volontari e operatori delle cooperative e delle Fondazioni promosse da Caritas Ambrosiana.
Tutto questo sforzo è per creare le condizioni per ridare il senso di comunità.
Nel 2017 abbiamo cercato di costruire comunità accoglienti puntando sull’accoglienza (diffusa). Ma ci siamo accorti che venivano meno le comunità. La Caritas Ambrosiana accetta questa sfida di ridefinire e ricostruire le Comunità, non solo cristiane, prendendo sul serio l’invito del nostro Arcivescovo Delpini a promuovere relazioni di “buon vicinato”. Costruendo insieme relazioni buone e non violente, le persone sono meno sole e forse meno rancorose; hanno un nuovo linguaggio di speranza e non di odio; possono chiedersi come costruire legami solidali e inclusione.
Caritas Ambrosiana vorrebbe essere misurata su questo!
Luciano Gualzetti
Direttore Caritas Ambrosiana