Taivé - Un filo per l'integrazione
Piazza S. Materno 18 - Milano
tel. 3485455498
romni.taive@caritasambrosiana.it
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La storia di Taivè che significa
filo in lingua Romanì, è iniziata con un laboratorio di stireria e di piccola sartoria costituita da un piccolo gruppo di donne Rom: Taivè, un
filo per l’integrazione.
Il progetto ha avuto inizio nel 2009 attraverso la costituzione del primo gruppo di donne rom, a cui è seguito un corso di formazione intensivo e l’apertura del laboratorio. Col tempo il progetto ha coinvolto donne provenienti da circa 20 diversi Paesi, configurandosi così come uno spazio multiculturale.
L’obiettivo ultimo del progetto è l’emancipazione delle donne attraverso la formazione e il lavoro e l’inserimento lavorativo.
La preferenza del target delle donne, la scelta di individuare nelle donne le beneficiarie dirette di un progetto di formazione e accompagnamento al lavoro è nata, appunto, da anni di lavoro con donne in situazioni di fragilità, e dalla consapevolezza che sono le donne le principali attrici nel produrre cambiamento all’interno della famiglia e della loro comunità di appartenenza.
Il negozio
Taivè è un negozio aperto al pubblico cinque giorni la settimana, dal martedì al sabato con un orario che va dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00.
Il negozio si trova a Milano, in piazza S. Materno 18 (angolo via Accademia).
All’interno del laboratorio si perseguono gli obiettivi concreti di:
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fornire alle donne le competenze di base per accedere alle attività di stireria e di piccola sartoria;
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potenziare il livello di alfabetizzazione e di padronanza della lingua italiana, ma anche acquisire “competenze socio-lavorative” che il mondo del lavoro richiede (permessi, ferie, tfr…);
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motivare e consolidare comportamenti responsabili, continuità nell’impegno, puntualità, cura dell’ambiente;
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permettere alle donne di avere un’attività lavorativa e remunerata come contributo al mantenimento del loro nucleo familiare;
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favorire l’emancipazione e l’empowerment che deriva dall’avere un reddito proprio, dal confronto con altre persone e con la città.
Con le donne c'è una sarta che insegna e supervisiona il lavoro, ci sono alcune volontarie che affiancano le donne nel lavoro e favoriscono il dialogo e il percorso di integrazione, c’è un’operatrice che ha la responsabilità dell’insieme del progetto.
Destinatarie
Il progetto ha coinvolto ad oggi, complessivamente 40 donne in età lavorativa, dai 18 ai 50 anni, provenienti da 20 diversi Paesi.
Taivè, pertanto non è solo un luogo di lavoro, ma una comunità di persone. Attorno alle macchine da cucire si ritrovano donne con storie, prospettive, idee del mondo diverse: le donne, le operatrici, le volontarie, le persone (in genere donne) del quartiere che entrano nel negozio come clienti.
Attraverso le conversazioni che nascono spontaneamente si confrontano idee diverse: sul rapporto con la famiglia e la comunità, l’educazione dei figli, il confronto su pregiudizi reciprochi... Il laboratorio è dunque un microcosmo in cui si sperimenta concretamente l’incontro tra culture e identità diverse e dove alcuni stereotipi vengono rovesciati.
Ragionar per…risultati
Fin da un primo bilancio è emerso come il risultato di gran lunga più significativo siano l’empowerment e l’emancipazione per tutte le donne coinvolte nel progetto
. Il percorso di emancipazione è particolarmente visibile per le donne Rom, nel nuovo status acquisito in famiglia e nella comunità, nella loro posizione di “donne lavoratrici”. Alcuni indicatori ci danno dei riscontri:
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sicurezza e autonomia degli spostamenti nella città, apertura di un conto corrente proprio per l’accredito degli stipendi, partecipazione all’attività del laboratorio con consapevolezza e coinvolgimento, apprendimento della lingua italiana per le donne straniere. Sviluppo della capacità di interfacciarsi con il mondo esterno della scuola, dei servizi…
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le ripercussioni nella vita quotidiana: le donne si organizzano nella “conciliazione” del lavoro con le incombenze familiari cercando di coinvolgere i mariti soprattutto nel caso in cui siano le uniche a lavorare e comunque interagendo con loro su un piano di maggiore parità; in questo senso anche le donne più rispettose dell’imposizione patriarcale hanno dimostrato una crescente spigliatezza e una maggiore “presa di parola” nelle questioni di carattere generale che riguardano l’intero nucleo familiare.
Il rinforzo del ruolo della donna all’interno della famiglia va senz’altro ricondotto al fatto di percepire uno stipendio che in alcuni casi è l’unico reddito certo.
Tutto questo significa un’acquisizione di “potere” nel concreto della vita quotidiana.
Taivé oggi
Da qualche anno Taivé è entrata in una nuova fase della sua progettualità, sviluppata insieme alla coop. Vesti Solidale. La prospettiva è sempre di più quella di sensibilizzare le persone a un consumo etico e consapevole, per questo la maggior parte dei prodotti è realizzata a partire da “scarti” tessili, che consentono di creare manufatti unici e preziosi. Questo è possibile anche grazie alle numerose donazioni da privati che contribuiscono alla sostenibilità economica ed ecologica del progetto.
Ascolta la registrazione della trasmissione:
Si può fare - Storie dal sociale di Radio 24, dedicata a Taivé.