Un fondo per le parrocchie che ospiteranno i rifugiati in arrivo con i canali umanitari. Questo l’obiettivo della nuova edizione della “Raccolta indumenti usati” che si svolgerà
sabato 12 maggio nelle parrocchie della diocesi.
Quest’anno, infatti, il ricavato che deriverà dall’iniziativa promossa da Caritas Ambrosiana
sarà destinato alle comunità che si renderanno disponibili ad ospitare e accompagnare lungo i loro percorsi di integrazione i rifugiati in arrivo attraverso i corridoi umanitari.
Il progetto, che coinvolge diverse diocesi italiane, è economicamente sostenuto dalla Conferenza episcopale italiana. Nella Diocesi di Milano, le parrocchie potranno contare anche su risorse ulteriori, provenienti proprio dalla valorizzazione degli abiti dismessi.
In particolare
i beneficiari del programma saranno 25 persone (singoli e famiglie con minori), provenienti dai campi profughi dell’Etiopia dove sono giunte dai paesi confinanti, soprattutto Eritrea e Sud Sudan. Arriveranno nel territorio della diocesi ambrosiana secondo una tempistica definita a livello nazionale da Caritas Italiana. L’impegno delle parrocchie ambrosiane sarà provvedere non solo all’ospitalità ma anche a programmare percorsi di inserimento sociale, individuando una famiglia tutor incaricata di seguire più da vicino i profughi accolti e predisponendo un programma condiviso con l’intera comunità.
Dunque accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Come ha sottolineato da papa Francesco nel messaggio per la 51esima Giornata Mondiale della Pace. E come recita il manuale diffuso nelle comunità per spiegare l’iniziativa.
«Caritas Ambrosiana ritiene molto importante e significativa l’adesione al progetto “corridoi umanitari” – sostiene il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti –.
L’iniziativa presenta tutte le caratteristiche ideali dell’“opera segno” che oltre a indicare il senso di un impegno, oggi più che mai deve andare controcorrente. È una sperimentazione pilota, fatta su un piccolo numero di persone, che vuole dimostrare la fattibilità di un modo diverso e profetico di fare accoglienza e integrazione, attraverso il coinvolgimento delle comunità».
Come avverrà la Raccolta di indumenti usati
Sabato 12 maggio, sin dalla mattina, si rimetterà in moto la macchina organizzativa che ogni anno vede la partecipazione di migliaia di volontari. Nelle parrocchie che aderiscono alla campagna vengono distribuiti i sacchi. Secondo le modalità indicate da ogni parroco, i sacchi vengono riempiti con indumenti e scarpe usati e portati nei 27 centri di raccolta sparsi sul territorio della diocesi (
scarica il pdf con i punti di raccolta). Da questo momento in poi il materiale viene preso in carico da una società specializzata nel recupero e riciclo. Il ricavato torna alla Caritas che lo utilizza per finanziare progetti sociali.
La raccolta dello scorso anno è servita a sostenere in Diocesi 7 progetti di accoglienza, uno per zona pastorale. Parte del ricavato è servito anche ad aiutare i profughi bloccati lungo la rotta balcanica nel campo di Krnjaca a Belgrado.
Cosa sono i corridoi umanitari
I corridoi umanitari consentono ai profughi in fuga di raggiungere l’Europa, sottraendosi ai pericoli del viaggio e allo sfruttamento da parte dei trafficanti che governano i flussi. Raccomandati ai governi dall’Alto commissariato della Nazioni Unite per i rifugiati come strumenti per superare la crisi dei profughi, dopo una sperimentazione realizzata in Italia dalla Comunità di sant’Egidio, dalla Federazioni delle Chiese Evangeliche e dalla Tavola Valdese, sono stati promossi dalla Conferenza Italiana e dal Ministero dell’Interno.
In virtù di questo accordo Caritas Italiana, con la collaborazione delle Caritas diocesane, si è impegnata in un’operazione di reinsediamento che ha coinvolto nuclei familiari siriani che avevano bisogno di cure sanitarie presenti nei campi della Giordania. Sempre nell’ambito di questo accordo, è stato avviato un programma di evacuazione umanitario delle carceri libiche che ha permesso fino ad ora di salvare 300 persone. Il “protocollo tecnico” firmato con le istituzioni per l’apertura del corridoio etiope consentirà l’ingresso legale e sicuro a donne, uomini e bambini che vivono da anni nei campi profughi presenti nel maggiore paese del Corno D’Africa, in condizioni di grande precarietà materiale ed esistenziale.
La Chiesa italiana si è impegnata nella realizzazione del progetto facendosene interamente carico senza quindi alcun onere per lo Stato italiano. Alle Diocesi che daranno la propria disponibilità spetterà il compito organizzare l’accoglienza e accompagnare il processo di integrazione.
Nella foto: Gruppo adolescenti oratario san Gaetano Abbiategrasso