Sono stati circa mille i visitatori di “Fa’ la cosa giusta” che hanno partecipato all’esperienza di eye contac My Mirror proposta da Caritas Ambrosiana nei giorni della fiera degli stili di vita sostenibili venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 marzo.
Due sconosciuti entravano in una cabina, si sedevano uno di fronte all’altro e si guardano negli occhi per quattro minuti. All’uscita si raccontavano quello che avevano provato in quel breve e, al tempo stesso interminabile, periodo di tempo.
«
Le reazioni sono state diverse, ma nessuno è restato indifferente all’altro. La stragrande maggioranza, dopo il contatto visivo, si è stretto la mano a chi ha incontrato nella cabina, gli ha sorriso, si è presentato, ha raccontato chi è. E la cosa più interessate è che questo è avvenuto indipendentemente dal colore delle pelle, l’età, il sesso», dicono i volontari che assistono le persone durante lo svolgimento del test.
L’installazione era costituita da due cabine. In ognuna delle quali le persone accedevano da ingressi opposti, in modo da non vedersi prima di essere entrate. All’esterno, delimitavano lo spazio dell’esperimento vecchi televisori e monitor su cui giravano in
loop inquadrature di solo occhi.
L’idea di fondo è che nell’epoca dei
selfie, dove ci si specchia solo negli schermi dei propri
smartphone, specchiarsi negli occhi di un altro può essere un atto rivoluzionario.
Fragilità, povertà, migrazioni, malattia quando si incarnano in un volto smettono di essere un semplice fenomeno sociale, il titolo di un articolo, spesso di cronaca nera, ma diventano la vita del compagno di scuola e della sua famiglia, del vicino di casa, del parente prossimo.
«
In un mondo in cui risorgono i muri, le parole d’odio diventano pallottole, la malapianta del razzismo riaffiora, è necessario ripartire proprio dalle regole di base, dall’”abc” delle relazioni.
Guardare negli occhi l’altro, incontrare il suo sguardo è allora la premessa indispensabile ad ogni possibile discorso, riflessione o progetto», ha spiegato
Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.
My Mirror fa parte della campagna di Caritas Internationalis
“Share the journey” volta a promuovere la “cultura dell'incontro”. La campagna, lanciata da papa Francesco il 27 settembre 2017, con il simbolico
reach out sollecita le Caritas diocesane presenti in 206 paesi del mondo a ripensare le migrazioni a partire dall’esperienza reale, concreta che ognuno, come individuo o comunità, fa del fenomeno.
Foto: Emil Yardo