“E’ una guerra completamente differente dalle precedenti che sta aggravando come mai prima il clima di odio tra la popolazione. I bombardamenti a tappeto e senza sosta su Gaza, Israele e Cisgiordania stanno causando enormi danni non solo agli obiettivi militari, ma alla popolazione civile”. Così la direttrice di Caritas Gerusalemme, a otto giorni dall’inizio della guerra, frutto di un’escalation dopo settimane di scontri a Gerusalemme.
Mentre le diplomazia cerca una soluzione per una tregua, si spera vicina, salgono le vittime: ormai sono centinaia i morti ed i feriti per la gran parte civili e decine di migliaia gli sfollati nella striscia di Gaza dove la popolazione non ha un posto dove nascondersi e nemmeno la possibilità di fuggire come rifugiati via terra o via mare restando intrappolata in questo lembo di terra, tra le più densamente popolate al mondo, in balia dei bombardamenti.
La rete Caritas è in costante contatto con Caritas Gerusalemme per fornire aiuti alla popolazione non appena vi saranno condizioni minime di sicurezza o l’apertura di corridoi umanitari. In particolare si sta predisponendo un piano per l’assistenza sanitaria di base, il trattamento di feriti non gravi, la distribuzione di generi di prima necessità e di supporto psicosociale alla popolazione della striscia di Gaza, fortemente traumatizzatE da quella che gli operatori Caritas sul posto definiscono la più grave escalation in tanti anni di conflitto.
Il team medico di Caritas Gerusalemme, che gestisce una clinica a Gaza City e due cliniche mobili in grado di servire più di 6.000 persone, sarà operativo non appena sarà possibile intervenire senza mettere a rischio la vita del personale sanitario e dei pazienti stessi, si teme infatti che la clinica di Caritas Gerusalemme possa essere colpita come già accaduto all’unico centro anti-Covid di tutta la striscia di Gaza.
L’intervento medico della Caritas si inserisce in un sistema sanitario già fortemente deficitario e provato dalla pandemia di Covid 19, dalla carenza cronica di farmaci, dalla scarsa manutenzione delle strutture, dai tagli alla corrente, dalle restrizioni all’importazione di beni . I precedenti conflitti avevano danneggiato più del 40% delle cliniche di primo soccorso di Gaza a fronte di un bisogno di cure crescente e un accesso ad esse già estremamente critico soprattutto per i più vulnerabili e per coloro che vivono in aree emarginate.
La rete Caritas lancia un appello alla solidarietà verso una popolazione in estremo bisogno di aiuto e si unisce alla preghiera e al grido di pace di Papa Francesco affinché “taccia il frastuono delle armi”, nella consapevolezza che, come sottolineato dal Patriarca Latino di Gerusalemme, “La pace richiede giustizia. Nella misura in cui i diritti di tutti, israeliani e palestinesi, non sono accolti e rispettati, non ci sarà giustizia e quindi non ci sarà pace".
Maggiori informazioni su
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