È trascorso quasi un mese dal devastante terremoto che ha sconvolto la Turchia centro-meridionale e la Siria settentrionale, ma l’emergenza umanitaria resta acutissima, nonostante l’onda dell’attenzione mediatica sia ormai scemata. Almeno 50 mila morti, circa 120 mila feriti, centinaia di migliaia di edifici distrutti o danneggiati, almeno 2 milioni di persone sfollate e 15 milioni in qualche modo colpite dagli effetti del sisma: numeri impietosi, che solo in parte riescono a rappresentare il dolore, le angosce e i disagi che stanno vivendo intere popolazioni.
In questo scenario di devastazione, la rete internazionale Caritas ha attivato una fitta trama di interventi, cui Caritas Italiana e Caritas Ambrosiana stanno dando un concreto contributo, nella consapevolezza che – come già avvenuto in passato, in occasione di altre emergenze umanitarie “maggiori” – il pur doveroso aiuto d’urgenza rappresenta il preludio di un impegno di soccorso, accompagnamento, riabilitazione e ricostruzione, a favore dei gruppi sociali più vulnerabili, destinato a durare nel tempo, per anni, e in vista del quale ci si sta attrezzando da subito.
Nell’immediato, in TURCHIA la rete Caritas Internationalis ha operato nelle aree di Hatay, Iskenderun e Mersin, distribuendo pasti caldi, coperte, kit per l’igiene e medicinali a migliaia di persone, e organizzando attività educative per i minori sfollati. Nel frattempo è stato messo a punto un programma d’intervento per i prossimi due mesi, mirato a sostenere 5 mila persone, cui verranno forniti accoglienza temporanea in strutture adeguate e sicure, kit alimentari e pasti caldi (sia alle persone accolte da Caritas sia a soggetti vulnerabili ospitati in altri luoghi), prodotti per l’igiene di base, vestiario e altri prodotti necessari per la quotidianità.
In SIRIA, paese che contava già 6 milioni di sfollati interni (molti dei quali nell’area colpita dal terremoto) e altri milioni di rifugiati all’estero, a causa della guerra civile scoppiata nel 2011, la Caritas nazionale, supportata dalla rete internazionale Caritas e grazie anche al contributo di 15 volontari provenienti dal confinante Libano, è intervenuta soprattutto a sostegno delle tante parrocchie che hanno accolto nelle loro strutture famiglie rimaste senza casa. La distribuzione di beni di sostentamento (alimenti, acqua, materassi, coperte, kit per l’igiene) si è concentrata in particolare nelle zone di Aleppo e di Littoral, raggiungendo anche gli sfollati in scuole, moschee, palestre e campi spontanei. Anche in questo caso, si sta approntando un programma di interventi per i prossimi mesi: nell’area terremotata Caritas Siria conduceva già progetti di accoglienza, di assistenza sanitaria e di riabilitazione psico-sociale per gli sfollati di guerra, che saranno potenziati o rimodulati, mentre per il medio-lungo periodo si stanno ipotizzando interventi di ricostruzione delle abitazioni e delle infrastrutture (in particolare scuole), azioni di riabilitazione economica, progetti di sostegno a individui e comunità.
Caritas Italiana ha sostenuto il primo mese l’intervento in Turchia e Siria inviando
propri operatori, con i quali è in continuo contatto anche Caritas Ambrosiana. Dopo che la Conferenza episcopale italiana ha stanziato 500 mila euro per far fronte agli aiuti immediati e di promuovere una colletta nazionale che si svolgerà domenica 26 marzo in tutte le Chiese italiane, C
aritas Ambrosiana ha deciso di elevare a 100 mila euro il proprio contributo alle azioni supportate da Caritas Italiana. Nelle prossime settimane verranno definiti obiettivi più specifici per l’intervento di media e lunga prospettiva:
l’appello alla generosità di fedeli e cittadini rimane vivo, le donazioni di oggi sono un piccolo ma determinante mattone, per consentire un domani di aiuto fraterno, di ricostruzione sostenibile, di ricomposizione delle comunità e di riconciliazione oltre i conflitti.
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CAUSALE OFFERTA: Terremoto Tuchia-Siria 2023
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