Una rappresentante Caritas al Sinodo di ottobre
Erica Tossani, coordinatrice del settore Volontariato e Giovani di Caritas Ambrosiana, farà parte della «“squadra” che scenderà in campo al Sinodo di ottobre», per usare la metafora con cui il cardinale Mario Grech, segretario generale dell’organismo sinodale, ha presentato venerdì 7 luglio i partecipanti alla 16ª Assemblea generale ordinaria del Sinodo, che si riunirà in Vaticano dal 4 ottobre sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.
L’assemblea di ottobre costituirà un primo, rilevante momento di sintesi “universale” dei temi emersi dalle fasi nazionali e continentali, apertesi nel 2021. Erica Tossani, in rappresentanza di Caritas, ha sinora ricoperto il ruolo di membro di Presidenza del Comitato che accompagna il cammino sinodale delle Chiese in Italia; da ottobre, nell’assise generale – mentre il percorso nazionale non si arresta –, sarà uno dei 57 “esperti e facilitatori”, selezionati da numerosi paesi del mondo e da tutti i continenti, che avranno il compito di condurre, animare e sintetizzare i gruppi di lavoro in cui saranno suddivisi i 360 delegati sinodali.
Papa Francesco annette grande rilevanza al complesso ma capillare processo di ascolto e partecipazione costituito dal Sinodo. Gli “affluenti” nazionali e continentali convergeranno nel corso principale, quello destinato a far emergere e organizzare le istanze di rinnovamento della Chiesa universale, sulla base dell’Instrumentum Laboris, pubblicato dal Vaticano nella seconda metà di giugno. La sensibilità Caritas è chiamata a contribuire a questo profondo sforzo di ascolto ed elaborazione, «ricordando – osserva Erica Tossani – che una Chiesa diventa veramente sinodale, cioè non verticistica e non escludente, se si dimostra capace di ascoltare la voce, includere il percorso di vita e accogliere il contributo di esperienza che sono offerti da chi, nella società, è costretto per varie ragioni ai margini: i poveri, i vulnerabili, i fragili, e in un certo senso anche i giovani. Persone e gruppi sociali che non devono essere intesi come semplici destinatari di cura e di proposte pastorali, ma vanno riconosciuti come promotori di energie inedite e pensieri nuovi per le comunità cui appartengono».