Il seminario ha portato all’attenzione la necessità di partire dalla conoscenza dell’esperienza reale di chi ha messo in pratica la misura della "RSA Aperta" affinché la riforma di sistema in corso di applicazione ne tenga conto, facendo tesoro dei suoi aspetti positivi e mettendo mano alle criticità che essa ha evidenziato.
Uno dei problemi maggiori che la misura evidenzia, e con essa la più generale riforma del welfare lombardo, è il fatto che a occuparsi di accompagnamento delle fragilità siano quasi esclusivamente soggetti che sono sempre stati abituati a ragionare in termini strettamente sanitari o socio-sanitari, come appunto le RSA. Servirebbe invece che l’accompagnamento degli anziani fragili fosse portato avanti, in maniera coordinata, da tutti i soggetti del territorio che compongono il benessere delle persone: quelli che si occupano di socialità, di abitare, di tempo libero, di volontariato, ecc.
Si tratta allora, da questo punto di vista, di un sistema che, superando la frammentazione e la divisione tra sanitario e sociale, coinvolga in rete tutti i soggetti del territorio che incidono sulla qualità della vita delle persone che lì vi abitano.
Il seminario ha voluto dare spazio alla narrazione delle attività realizzate per evidenziare i punti di forza e le criticità che l’esperienza fatta ha portato alla luce interrogandosi anche su come (ri) partire per poter contribuire al processo di cambiamento in corso.
Per quanto riguarda l’attenzione ai bisogni di cura a favore della popolazione più anziana da sempre sollecitiamo la realizzazione di un sistema integrato di sostegni alla domiciliarità che governi in chiave unificata i vari interventi che molto spesso sono erogati in modo disconnesso e discontinuo , non adeguati ad una presa in carico globale della persona/famiglia di riferimento e sovente solo in fase emergenziale. Come la ricomposizione dei servizi è cruciale nel sostegno della domiciliarità delle persone anziane che sempre più spesso presentano bisogni plurimi,complessi e prolungati nel tempo tanto è necessaria la condivisione delle informazioni sull’utenza tra Asl, ospedali, medici di base, servizi comunali e realtà organizzate del territorio per poter valutare il bisogno e dare delle risposte articolate ma coordinate e verificate da un'unica regia.
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