Una “comunità” che ha a cuore le sorti del creato e degli ultimi

«In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso. […] Mentre l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza». Papa Francesco l’aveva indicato con chiarezza già quasi dieci anni fa, nell’enciclica Laudato si’. E la Conferenza episcopale italiana aveva rilanciato l’appello del pontefice in occasione della “Settimana sociale dei cattolici” a Taranto, due anni fa. Ora, tra i luoghi del mondo in cui esiste e funziona – da metà settembre – una “Comunità energetica rinnovabile”, per di più dichiaratamente “solidale”, c’è anche il quartiere milanese di Greco.
“Soledarietà” è una Cers, nella forma giuridica di un’associazione tra Caritas Ambrosiana e le due parrocchie locali, nata grazie a una cospicua donazione (gli impianti sono stati resi disponibili dall’azienda Edison tramite la Fondazione Banco dell’energia), e soprattutto grazie alla precisa volontà di saldare le risposte a un paio di imperativi categorici ai quali non si può sfuggire, ai nostri giorni, ma che talora trovano attuazione in modo divaricato: la tutela dell’ambiente e la lotta alla povertà.
Nessuno, che sia dotato di responsabilità e senso civico, può oggi sostenere che alle società umane sia lecito proseguire come se niente fosse nelle abitudini di produzione e consumo consolidate nell’ultimo paio di secoli: la cosiddetta “transizione ecologica” (e in essa la “transizione energetica”) è l’unica possibilità che abbiamo, per evitare di alterare in modo permanente equilibri ambientali e climatici dai quali dipende, in ultima analisi, la sopravvivenza della stessa umanità. Però è altrettanto importante evitare che tale transizione generi ulteriori forme di sperequazione sociale, e finisca per essere pagata da chi perde il lavoro essendo impiegato in settori produttivi che diventano obsoleti, o da chi non può permettersi di efficientare la propria abitazione, o di acquistare un veicolo a emissioni zero.
La Cer “Soledarietà”, nel suo piccolo, intende dimostrare che è possibile tenere insieme comportamenti ecologici virtuosi e sforzi di coesione comunitaria, dunque sostenibilità ambientale e giustizia sociale, secondo la prospettiva dell’“ecologia integrale” indicata da papa Francesco: la comunità energetica consentirà infatti, grazie ai nuovi impianti fotovoltaici, di rendere meno onerosi e meno inquinanti i consumi di alcuni edifici (una chiesa, una canonica, altri ambienti parrocchiali, tre strutture che accolgono persone senza dimora, cioè Refettorio Ambrosiano, Rifugio Caritas di via Sammartini e centro diurno “Bassanini – La Piazzetta”), e insieme, grazie agli incentivi monetari generati dall’autoconsumo e dalla condivisione dell’energia, di alimentare un fondo economico che le parrocchie potranno utilizzare per sostenere chi si trova in situazione di povertà energetica, erogando sussidi, ma soprattutto attivando percorsi educativi e di accompagnamento (tramite tutor) orientati a efficientare i consumi, mettere sotto controllo le bollette, migliorare la qualità degli ambienti di vita.
Insomma, fare delle battaglie ambientali un’occasione per ridurre, e non acuire, le diseguaglianze sociali, provando a rendere più coesi, e dunque vivibili, un quartiere, una città, una comunità: è una delle sfide più impellenti e delicate alle quali il nostro tempo ci chiama, un orizzonte di carità inedito e insieme ineludibile. Le sorti del creato, le sorti dei poveri: c’era una volta in cui erano fronti di impegno separati, oggi sappiamo che non salveremo l’uomo se non avremo cura della terra, e non salveremo la terra se non avremo cura della fraternità tra gli uomini. 
Luciano Gualzetti
Direttore Caritas Ambrosiana

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