Nell’est della Repubblica Democratica del Congo
nel corso degli ultimi mesi si sono riaccesi gli scontri tra il
movimento dei ribelli M23 e l’esercito nazionale.
Nonostante gli sforzi internazionali, la ribellione ha progressivamente continuato a espandersi, con battaglie intermittenti e periodi di apparente calma. In particolare, un evento recente dalle conseguenze devastanti è stata la
conquista da parte dell'M23 di città cruciali come Goma e Bukavu, rispettivamente il 28 gennaio e il 16 febbraio 2025; questi fatti hanno costretto
migliaia di civili a fuggire e a cercare rifugio in altre aree. La cattura di Goma, in particolare, è stata segnata da violenza brutale: si stima, infatti, che
circa 4.000 persone siano morte e più di 5.500 siano rimaste ferite. A Bukavu, la caduta della città ha avuto conseguenze meno drammatiche soprattutto perchè le forze governative si sono ritirate prima dell’arrivo dei ribelli.
Le due città hanno subito danni ingenti, tra cui il saccheggio di magazzini e di strutture appartenenti a organizzazioni umanitarie e aziende private. L’aeroporto di Goma, un'importantissima via di transito per gli aiuti umanitari, è stato distrutto e chiuso al traffico, mentre, successivamente, l’M23 ha preso il controllo anche di quello di Bukavu.
Le organizzazioni umanitarie internazionali hanno
evacuato il loro personale non essenziale, ma
la chiusura degli aeroporti ha ostacolato la distribuzione degli aiuti e il ritorno alle operazioni necessarie.
Il
trasferimento di sfollati è stato ulteriormente complicato dalla chiusura di alcuni campi e dalla conseguente ridistribuzione di rifugiati nei loro villaggi di origine, dove molti hanno trovato le
case distrutte o occupate da estranei. La
sicurezza nelle due città è stata gravemente compromessa dalla proliferazione di armi, rendendo difficili i movimenti degli attori umanitari e accrescendo l'insicurezza generale.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, nonostante alcuni minimi segnali di ripresa, la circolazione delle risorse rimane limitata. Le banche sono rimaste chiuse a causa delle incertezze legate alla sicurezza e all’instabilità economica. Questo ha avuto un impatto diretto sulla popolazione, costringendo gli agricoltori a vendere i loro prodotti a prezzi bassi per ottenere denaro contante, che è scarsamente disponibile.
L’INTERVENTO DELLA RETE CARITAS
Di fronte a questa tragedia,
la Caritas congolese si è mobilitata da subito, nonostante le tante difficoltà, per assistere la popolazione con cibo, acqua, cure mediche.
Caritas Ambrosiana ha stanziato fin da subito 20.000 euro per sostenere, con Caritas Italiana, il piano d’aiuti d’urgenza di Caritas RDCongo, garantendo distribuzioni
alimentari, kit igienico-sanitari e aiuti in denaro per 750 famiglie.
L’impegno non si limita all’assistenza materiale: la Chiesa locale e la rete Caritas internazionale continuano a denunciare le violenze, a chiedere l’apertura di corridoi umanitari, la protezione degli sfollati e il rispetto del diritto internazionale, la prevenzione del reclutamento di minori e la messa a disposizione di fondi adeguati per l’aiuto umanitario.
Caritas Italiana si unisce a questi appelli e inoltre chiede
che l’Italia si faccia parte attiva affinché si dia seguito alla risoluzione del Parlamento europeo del 13 febbraio 2025 per la sospensione del memorandum sui minerali critici firmato dall’Unione Europea con il Ruanda a febbraio 2024, i finanziamenti al Ruanda nonché l’assistenza militare diretta e indiretta a questo paese.
Riportiamo di seguito l'intervista a don Edouard Makimba, segretario esecutivo di Caritas Repubblica Democratica del Congo.
Clicca qui per leggere l'articolo; qui sotto puoi vedere l'intervista video.
Se vuoi sostenere gli interventi della rete Caritas:
Puoi donare:
- 25 euro per un sussidio in denaro a una famiglia per 1 mese;
- 50 euro per un kit di beni di prima necessità per una famiglia composto da utensili e materiale igienico (lenzuola, 2 casseruole, 4 piatti, 2 coperte, 1 secchio, 1 bastone di sapone, 1 telone);
-
una cifra a tua scelta.
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