Regali Solidali di Pasqua 2020 - News e Aggiornamenti


Nonostante le tante difficoltà causate dal Coronavirus anche in Bosnia siamo finalmente riusciti a consegnare i Regali Solidali di Pasqua ai minori dei campi Sedra e Bira. Tanto entusiasmo e qualche complicazione, ma alla fine possiamo dire a tutti i sostenitori che le loro donazioni sono andate a buon fine e che i bambini e i ragazzi hanno ricevuto vestiti, scarpe e indumenti intimi indispensabili per vivere dignitosamente e tornare a sperare in un futuro migliore.
 
Ringraziamo Silvia Maraone e tutte le volontarie che si sono impegnate per portare a termine il progetto e per aver testimoniato che la carità non ha confini e che anche un piccolo gesto di solidarietà può essere davvero decisivo nella storia personale di tanti minori che devono affrontare una vita difficile a causa delle guerre, della povertà e dei cambiamenti climatici. Grazie a tutti i nostri sostenitori.


Nel 2019, le autorità della Bosnia ed Erzegovina, hanno registrato 29.232 arrivi di migranti. La composizione dei flussi migratori è mista e i principali paesi di origine dichiarati sono Siria, Iraq, Iran, Pakistan e Afghanistan. Sono famiglie con bambini, anziani, uomini single, bambini migranti non accompagnati e persone vulnerabili alla violenza, allo sfruttamento e agli abusi.
 
Prima dell’inizio dell’emergenza Covid-19 in Italia e, a seguire nel resto del mondo, Caritas Ambrosiana ha lanciato un appello per sostenere i migranti intrappolati lungo la rotta balcanica in Bosnia Erzegovina. Grazie alla presenza di uno staff di operatori in loco, abbiamo deciso di lanciare una sfida. Per superare una situazione che era giunta ormai al collasso, abbiamo pensato di donare dei kit personalizzati alle famiglie con bambini e ai minori non accompagnati ospitati a Bihac, nei campi Sedra e Bira.
 
La straordinaria generosità dei donatori ha permesso di raggiungere l’obiettivo e, grazie alla conoscenza personale di ognuno degli ospiti, eravamo pronti a procedere con gli acquisti. Nonostante il bisogno evidente di dotare almeno i minori di vestiti, scarpe e abbigliamento intimo, durante il lockdown è stato impossibile comprare e distribuire i kit.
 



LA SITUAZIONE NEI CAMPI DURANTE L’EMERGENZA COVID-19
 
A partire da marzo, mano a mano che il coronavirus dilagava per l’Europa, alcuni stati disposti lungo la dorsale balcanica, hanno messo in atto provvedimenti che hanno interessato non solamente la popolazione locale, ma anche e soprattutto la popolazione migrante che vive all’interno dei centri di transito e per richiedenti asilo, allestiti e istituiti lungo la cosiddetta Rotta balcanica a partire dal 2016.
 
A causa delle restrizioni ai movimenti nazionali, i centri di accoglienza temporanea oggi sono ancora più sovraffollati rispetto a prima della pandemia.
 
Nei campi ufficiali di accoglienza non c’è posto per tutti i rifugiati e migranti, la maggior parte dei quali dipende dall’aiuto di pochi volontari e operatori, ormai esausti, che non ricevono più alcun sostegno da altri paesi a causa della chiusura delle frontiere. In Bosnia Erzegovina è entrato in vigore anche il coprifuoco; diventando sempre più complicato uscire di casa, muoversi in città e fornire aiuto a chi ne ha bisogno.
 
Nel Cantone di Una Sana, dove operiamo, il “problema migranti” è rimasto in parte non risolto, in particolare nella città di Bihac, dove più di 1.000 persone vivevano in condizioni terribili all’interno dello Stadio, della Dom Penzjoneri e di una vecchia fabbrica abbandonata, la Krajinametal.
 
I migranti, chiusi all’interno dei campi e controllati dalle forze speciali a presidiare i perimetri, si sono ritrovati in una condizione di “quarantena permanente”.
 
Esternamente ai campi, almeno 2.000 persone (su quasi 6.000 presenze calcolate a marzo nel Paese) si sono ritrovate escluse dal sistema accoglienza, trovandosi così a dover dormire in rifugi improvvisati come vecchie fabbriche, rifugi abbandonati e tende nei boschi.
 
Per far fronte a questo problema, così come richiesto da più di un anno dalle istituzioni locali, ad aprile è stato ufficialmente aperto un centro di accoglienza per l’emergenza. Con il pretesto del Covid19, dopo larealizzazione di lavori di allestimento (preparazione del terreno, impianti elettrici, fognature e scoli…) è stata allestita una tendopoli in una località isolata, denominata Lipa, a circa 30 Km da Bihac.
 
PERCHE’ ABBIAMO RITARDATO L’ACQUISTO
 
Dopo la proclamazione dello stato di emergenza, il 16 marzo 2020 il governo bosniaco ha stabilito diverse misure di prevenzione (distanziamento sociale, chiusura di scuole, negozi, bar e ristoranti, divieto di assembramenti, chiusura delle frontiere e obbligo di quarantena) che hanno interessato anche la popolazione migrante che vive all’interno dei centri di accoglienza. I campi, controllati da una security privata, ma aperti per il libero ingresso e uscita per i migranti registrati con tesserino OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) durante la giornata, sono stati chiusi, senza permettere più l’entrata e l’uscita dei residenti.
 
Le organizzazioni presenti all’interno dei centri sono state costrette a sospendere le attività o a ridurre al minimo la loro presenza e lavorare secondo un meccanismo di rotazione su turni, per evitare al massimo le interazioni tra membri dello staff e gli ospiti.
 
I migranti rimasti chiusi nei centri hanno visto aumentare il livello di stress e di incertezza, si sono sentiti intrappolati in un luogo nel quale il contagio avrebbe potuto propagarsi con effetti devastanti (nessun presidio sanitario, no mascherine, no guanti, no igienizzanti, no distanziamento sociale possibile) e si sono visti impossibilitati ad acquistare qualunque bene: cibo e generi di conforto extra, indispensabili per integrare i pasti offerti all’interno dei Centri, distribuiti al termine di lunghe, interminabili code.
 
CARITAS NON SI FERMA!
 
COSA ABBIAMO FATTO DURANTE IL LOCKDOWN
 
Dopo una prima fase in cui il Social cafè presente al Bira camp è rimasto attivo, vista l’impossibilità di garantire il distanziamento sociale, è stato chiuso (nonostante in un container dormano 12 persone anziché 6 e che le file per il bagno e la mensa siano affollatissime).
 
Nel corso di marzo e aprile, lo staff si è mosso con prudenza per poter svolgere alcune attività e continuare a offrire vicinanza e sostegno nei confronti della popolazione migrante. I responsabili del campo ci hanno comunque chiesto di continuare con la distribuzione del tè caldo almeno ai minorenni. Per quasi due mesi lo staff ha dunque distribuito ogni martedì alle 14 il tè caldo agli oltre 400 minori non accompagnati ospiti al Bira camp.
 
A partire dal 30 marzo e sino alla settimana del l’11 maggio, lo staff su richiesta di OIM, si è occupato di acquistare cibo e beni di prima necessità per i residenti del campo Borici. Le famiglie affidavano le liste della spesa agli operatori che, due volte alla settimana, si sono recati presso un supermarket per gli acquisti.
 
Per far fronte ai bisogni dei migranti rimasti chiusi nel campo, il 7 aprile abbiamo distribuito nel Bira camp un chilo di zucchero e una scatola di tè a 1668 persone (di cui 414 minori non accompagnati). In occasione della Pasqua, lo staff ha distribuito al campo Sedra e al campo Borici un piccolo dono ai 240 bambini dei campi: un ovetto con sorpresa e un succo di frutta. Un “anticipo” del kit promesso grazie ai donatori di Caritas Ambrosiana.
 
Dal 27 aprile, a seguito di un primo allentamento delle misure di contenimento, lo staff ha riattivato il Social Cafè presso il Bira camp e a distribuire tè caldo, ogni giorno oltre a promuovere alcune attività psico-sociali.
 
ACQUISTO E DISTRIBUIZIONE DEI REGALI SOLIDALI
 
Come accaduto in Italia, anche in Bosnia le attività commerciali sono state progressivamente riavviate e così, nel mese di giugno, abbiamo finalmente potuto procedere con gli acquisti.
 
Oggi nei campi in cui siamo presenti con attività psico-sociali, sono ospitate più di 1700 persone: famiglie con bambini e minori non accompagnati (il 50%), donne e uomini soli.
 
Tuttavia continua a cresce la preoccupazione per l'improvviso aumento dei casi COVID In Bosnia che vede ancora la presenza di circa 8000 migranti. Durante il lockdown, più di 1000 persone sono stati trasferite in una tendopoli, in una località isolata, denominata Lipa, a circa 30 Km da Bihac. A Bihac, cittadina al confine con la Croazia, grazie al progetto del "Social cafè",  proseguiranno per tutta l'estate le attività psico-sociali presso il BIRA camp, ex fabbrica di frigoriferi che attualmente ospita 600 persone.

Purtroppo l'emergenza sanitaria ci impedisce di inviare giovani volontari durante l'estate, attraverso il progetto "Cantieri della Solidarietà" ma, grazie alla presenza degli operatori in loco, continueremo a dare un supporto concreto anche ai bambini e alle famiglie ospiti del Sedra camp, sempre a Bihac. Ci piacerebbe aprire un "Social Cafè" anche al Sedra per offrire laboratori creativi, corsi e soprattutto un ascolto attivo alle 400 persone ospitate!

Speriamo che, terminata l'emergenza sanitaria, anche questo progetto si possa realizzare
 
Grazie ancora per il vostro prezioso e generoso sostegno!
 
 
 

 


newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter
Regali solidali
EVENTI E INIZIATIVE
30/01/2025
Iniziative

"Sconfinati in Bosnia" - 1° incontro

Alle 18.30 incontro con don Paolo Alliata su "La figura dello straniero nel Nuovo Testamento"

30/01/2025
Iniziative

Webinar di presentazione STRADE DI PACE

Formazioni 18-35 anni

07/02/2025
Convegni

Un mondo di schiavi

I molti volti della schiavitù contemporanea.

15/02/2025
Convegni

Giubileo e remissione del debito. A che punto siamo?

L'appuntamento tradizionale del Convegno diocesano mondialità quest'anno, in occasione del Giubileo, ritorna sul tema della remissione del debito, che già ci ha visto impegnato nel 2000

EDITORIALE

Del Direttore: 
Luciano Gualzetti



 
Mezzo secolo di servizio, un inesausto bisogno di carità

«Un grazie lungo mezzo secolo. Ai padri fondatori, che respirarono aria di rinnovamento (spirava dal Concilio) e la tradussero in pastorale organizzata... Leggi qui


IN EVIDENZA
Convegni
Iniziative
Iniziative
Tabella trasparenza
Trasparenza 2023

Ai sensi di quanto previsto dalla legge 124/2017, si comunica quanto la Fondazione Caritas Ambrosiana ha ricevuto nel corso dell’anno 2023 dalla pubblica ammini ...