Abbiamo scelto la parola
Sconfinati perché ci piace pensare che un confine sia una soglia e non una barriera, un luogo verso cui allargare il nostro sguardo e non un muro, uno spazio aperto per la volontà e il desiderio e non un ostacolo.
Questo comporta la fatica di andare oltre i nostri confini mentali e sconfinare dal nostro interesse personale verso una "casa comune" in cui trovare giustizia e tutela per i diritti di tutti. E' un modo di essere, uno stile di vita.
Nella prospettiva evangelica lo stile di vita non può che essere uno stile eucaristico, lo stile cioè di chi si coinvolge, dove la vera questione da affrontare non è ciò che si possiede, ma piuttosto la disponibilità alla condivizione, gesti di carità che introducono nei rapporti umani e tra i popoli una logica che rivela il volto misericordioso di Dio.
Questa è la vera sfida!
Il tema delle migrazioni (riconoscibile dalla barchetta) ci sollecita con particolare vigore perché chiama in causa l'accoglienza e la visione del mondo di ciascuno di noi.
Su tutto questo si sviluppano le proposte formative di questo anno pastorale.
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