Il XXV Rapporto Immigrazione 2015 Caritas e Migrantes dal titolo "La cultura dell’incontro" è stato presentato il 5 luglio 2016 a Roma.
“Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà?” E’ questo il primo degli interrogativi posti da Papa Francesco, il 6 maggio 2016, dopo aver ritirato il Premio Internazionale Carlo Magno. Interrogativi – spiegano il direttore generale della Fondazione Migrantes mons. Gian Carlo Perego e il direttore di Caritas Italiana, mons. Francesco Soddu presentando la 25ma edizione del “Rapporto Immigrazione” - “duri e impegnativi che comunicano tutta la complessità del momento storico che stiamo vivendo, alla luce anche della ‘nuovissima era delle migrazioni’ caratterizzata da persone che ‘bussano alle porte dell’Europa’ in cerca non più e non solo di un lavoro, ma di protezione, perché in fuga da guerre, da disastri ambientali, da un mondo e un territorio in cui la vita è messa a rischio”.
Oltre ai direttori dei due organismi sono intervenuti: S.E. Mons. Nunzio Galantino (Segretario Generale Conferenza Episcopale Italiana), il dott. Oliviero Forti (Ufficio Immigrazione Caritas Italiana), la prof.ssa Elena Besozzi (Docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Università Cattolica Sacro Cuore di Milano), il prof. Enzo Pace (Docente di Sociologia della religione, Università di Padova), S.E. Mons. Guerino di Tora (Presidente Fondazione Migrantes).
Per le Istituzioni ci sono stati gli interventi dell'on. Piero Fassino (Presidente ANCI), della dott.ssa Rosa De Pasquale, delegata dell’on. Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e la Ricerca, del dott. Paolo Masini, delegato dell’on. Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo.
In un quarto di secolo il Rapporto Immigrazione di Caritas e Migrantes ha raccolto studi puntuali sul tema migratorio, partendo dai dati ufficiali e affiancando, negli ultimi anni, la metodologia prettamente statistica a quella qualitativa, dando spazio alla voce dei territori diocesani e regionali e mettendo al centro le persone con i loro volti e le loro storie. Proprio guardando a questi volti e ascoltando queste voci, “tra sofferenza e condivisione, sfruttamento e tutela”, è stato costruito il XXV Rapporto, evidenziando che oggi non possiamo dimenticare gli oltre 5 milioni di persone di cittadinanza non italiana che strutturalmente vivono in Italia, da più o meno anni, mentre si affronta il recente fenomeno dei richiedenti asilo e rifugiati, sicuramente cresciuto a livello numerico in questo momento e con maggiore urgenza di risoluzione in un quadro di mobilità europea e nazionale. Lo stesso slogan “cultura dell’incontro” di questa edizione è scelto “in una prospettiva che guarda lontano oltre la interculturalità – termine oggi di cui si è fatto più abuso che uso – e finanche oltre il più recente termine di transculturalità, nella certezza che solo ponendo al centro della riflessione l’uomo, non come individuo singolo, ma in dialogo con l’altro, sia possibile creare la società civile del domani, quella che è in grado di ‘integrare, dialogare e generare’.