«La carità non va solo fatta, ma deve trovare i linguaggi per essere detta affinché scaldi il cuore, perché faccia venire la voglia di cambiare, perché la carità fatta e spiegata incida sul modo di pensare e di agire almeno di quanti frequentano le nostre assemblee. Non ci è chiesto di fronteggiare, né di sconfiggere le innumerevoli forme di povertà. Ci è chiesto, questo sì, di generare cambiamenti in noi e nel cuore di quanti con noi entrano in contatto. Per farlo è necessario sviluppare insieme una raffinata capacità operativa ed una altrettanto abilità narrativa che smuova le coscienze, che tocchi i cuori, che faccia venire la voglia di cambiare». Lo ha detto questa mattina il direttore di Caritas Ambrosiana, don Roberto Davanzo, ai 650 volontari e operatori che sono intervenuti al convegno “Raccontare la carità per favorire i cambiamenti”, svoltosi sabato 9 novembre a Casa Cardinal Schuster, nel salone Pio XII, in via Sant’Antonio 5 a Milano.
Ad introdurre i lavori è stato il vicario generale della Diocesi di Milano, monsignor Mario Delpini, che ha portato il saluto dell’Arcivescovo, il cardinale Angelo Scola.
Dopo il vicedirettore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, hanno preso la parola il monaco della comunità di Bose, Luciano Manicardi e lo scrittore Erri De Luca.
«I vangeli chiedono di essere letti come storie; la Bibbia dice Dio attraverso una molteplicità di storie; Gesù stesso narra Dio con il suo corpo, i suoi gesti, la sua vita. Dobbiamo recuperare la capacità di immaginare. Oggi l’immaginazione è essenziale per dare forma al futuro. L’immaginazione non è una fuga della realtà. Ma una forza creatrice. Anche l’impossibile, nel momento esatto in cui viene immaginato, comincia ad essere un po’ più possibile», ha sottolineato Manicardi.
«L’umanità ha bisogno di racconto. E il racconto religioso è essenziale» ha affermato Erri De Luca secondo il quale «la carità è l’antidoto allo spietato individualismo del “si salvi chi può”. Fuori dalla contabilità dei pareggi di bilancio, lo spariglio felice del dono di sé, la condivisione gratuita di saperi, competenze, del proprio tempo a favore degli altri regge la comunità umana. E’ dove domina invece la partita doppia del dare e dell’avere che una comunità si indebolisce e si slega».
Al termine, monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione sociale, ha consegnato simbolicamente il mandato agli operatori pastorali della carità invitandoli ad essere «promotori e testimoni di attenzione e di sensibilità verso le situazioni di disagio presenti nella società».
Il convegno anticipa la Giornata diocesana della Caritas che si celebra nelle parrocchie della diocesi di Milano domenica 10 novembre nella Solennità del Signore Gesù Cristo Re dell’universo.
Sono circa 5mila i volontari impegnati nelle 800 Caritas parrocchiali e nei 300 centri di ascolto della Diocesi