Da 11 mesi la guerra affligge la Terra Santa, in particolare (ma non solo) la Striscia di Gaza.
La nuova fase del pluridecennale conflitto israelo-palestinese, innescata il 7 ottobre 2023 dall’attacco terroristico di Hamas,
sta causando danni umanitari di proporzioni immani. La crisi umanitaria a Gaza è fuori controllo; è stata superata la drammatica soglia di 40 mila morti, mentre più di 2 milioni di persone (il 90% del totale dei residenti) sono costrette a vivere in condizioni terribili. Gli incessanti bombardamenti dell’esercito israeliano hanno messo fuori uso il 60% degli edifici della Striscia, distrutti o molto danneggiati.
A Gaza c’è un disperato bisogno di cibo, di acqua, di medicinali. Ma gli aiuti arrivano a intermittenza, con il contagocce, spesso ostacolati dalle operazioni militari. La situazione igienica è ugualmente al collasso e le condizioni di salute fisica e mentale della gran parte della popolazione sono precarie; nella seconda metà di agosto è stato annunciato, ed è solo un triste, ma eloquente esempio del disastro sanitario in corso, che nella Striscia è ricomparsa, dopo 25 anni, la poliomielite.
Caritas Ambrosiana sin dall’inizio della crisi ha avviato una raccolta fondi per affrontare l’emergenza umanitaria e, in coordinamento con Caritas Italiana, ha per ora inviato 330 mila euro a Caritas Gerusalemme, che – dando seguito a progetti sanitari ormai consolidati da quasi due decenni – continua a gestire gli interventi della rete Caritas mondiale, grazie al c
oraggioso lavoro di 25 operatori a Gaza City e 50 nel sud della Striscia.
Temporaneamente inutilizzabile la clinica di Gaza City, pesantemente danneggiata dalla guerra, il servizio è stato riorganizzato attorno a
9 unità mediche (delle quali al momento 7 attive), che coordinano
14 team medici e offrono assistenza e servizi sanitari e di sostegno psicologico a moltissime persone. Gli interventi umanitari, che integrano quelli
realizzati dal Patriarcato latino di Gerusalemme, prevedono
anche la distribuzione di buoni acquisto per consentire ai beneficiari di coprire i loro bisogni essenziali. Oltre che nella Striscia di Gaza, Caritas Gerusalemme, con il supporto della rete internazionale, è attiva anche, sempre prevalentemente sul fronte dell’assistenza sanitaria, negli altri Territori palestinesi occupati, Cisgiordania e Gerusalemme Est.
Tornando alla Striscia, nei giorni scorsi Caritas, ancor prima che Israele annunciasse le tregue umanitarie
ad hoc, aveva stretto un accordo con l’Organizzazione mondiale della sanità per
fare fronte all’emergenza vaccinazioni. L’allarme riguarda soprattutto i
50 mila bambini nati dopo il 7 ottobre, sinora impossibilitati a essere immunizzati. Gli operatori di Caritas Gerusalemme hanno ricevuto dall’Oms forniture di vaccini polivalenti, che da inizio settembre
somministreranno alla popolazione, in particolare ai bambini.
Lo
staff medico di Caritas Gerusalemme ha già seguito anche la formazione specifica necessaria a eseguire le vaccinazioni. I centri medici da cui saranno erogate sono a Gaza City (nella parrocchia Sacra Famiglia), gli altri a sud del fiume (Wadi Gaza) che taglia in due la Striscia, a Nuseirat, Khanyounis, Deir al Balah.
Sino a oggi, dall’inizio della crisi, grazie ai programmi Caritas sono state
assistite più di 28 mila persone, di cui 12 mila con interventi sanitari, 500 con interventi di assistenza psicologica e più di 3 mila famiglie con aiuti economici.
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