Alina scappava dalla guerra nei Balcani: oggi è un pilastro della Bottega. Latifah ha percorso la rotta libica: oggi invia in Nigeria qualche risparmio per lo studio dei tre figli. Nehara, come in Sri Lanka, ha una salute cagionevole: ma concilia con passione lavoro e famiglia.
Alina, Latifah, Nehara: tre volti, tre percorsi di riconquista di un’autonomia reale di vita, tra i 40 che – dall’avvio del progetto, una dozzina di anni fa – hanno intrecciato le loro trame a quella di Taivé, la bottega promossa da Caritas Ambrosiana e gestita dalla cooperativa Vesti Solidale, che all’angolo tra le vie Carpi e Wildt è un punto di riferimento in zona Casoretto.
A Taivé dal 2009 si stira, si rammenda, si cuce. Piccoli, ma preziosi servizi per la quotidianità di tante famiglie del quartiere, proposti da donne vittime di emarginazione sociale e violenza domestica. All’inizio provenivano dagli insediamenti rom della città, ora vi sono anche donne di altre nazionalità ed etnie. Accomunate dal desiderio di riannodare il filo di una dignità personale violata (dal contesto d’origine, da partner e famigliari oppressivi, da catene di traffico criminale), attraverso la valorizzazione delle proprie abilità e l’apprendimento di un mestiere.
Oggi nella Bottega del Casoretto lavorano due donne con contratto a tempo indeterminato, una a tempo determinato, mentre altre due fruiscono di borse lavoro. Saranno loro (insieme a tre “colleghe”, che dopo aver lavorato a Taivé hanno trovato occupazione stabile) a raccontare di sé nel corso di un’iniziativa promossa da Caritas Ambrosiana, Svs Donna Aiuta Donna Onlus e Arci Corvetto, in programma venerdì 6 maggio (ore 19.30) al nuovo Spazio Ri-Nascita in via Oglio.
"Storie a cena. Le donne di Taivé si raccontano" è uno degli appuntamenti che, dal 5 all’8 maggio, verranno proposti al Corvetto in occasione della Civil Week 2022. Allo Spazio Ri-Nascita sarà ospitato (fino al 20 maggio) anche "il Labirinto della violenza. #stannefuori", percorso esperienziale per riconoscere i segnali della violenza nella coppia, installazione (di 16x 6,5 metri) ideata dagli studenti di Ied Milano e realizzata da Svs Dad con Caritas Ambrosiana, Consorzio Farsi Prossimo e Soccorso Violenza Sessuale e Domestica (SVSeD). La visita sarà possibile per cittadini, gruppi e scolaresche, prenotando (come per la cena) a segreteria@svsdad.it.
Uscite, o in via d’uscita dal loro personale labirinto, Alina, Latifah e Nehara, e con loro Zahira, Aida e Fahra (tutti nomi di fantasia), racconteranno durante la cena di venerdì anche i loro progetti. Tutt’altro che teorici. Taivé, da sempre stireria e laboratorio di rammendo e cucito, oggi è anche un marchio di prodotti fondati sul principio del riuso. Da marzo, tessuti e accessori della linea “Scartiamo” vengono venduti, oltre che in Bottega, nei “Corner Taivé” dei negozi “Share” di Milano, gestiti dalla Rete Riuse. L’esperimento funziona. Dalle fatiche di un passato di esclusione, possono emergere idee per un futuro più sostenibile per tutti.