Estate, tempo di riposo. E ci mancherebbe che non fosse così. Ma rallentare non significa eclissarsi. Il mondo Caritas non lo fa mai. E così, anche nei mesi delle vacanze, la solidarietà viene assicurata. Anche tramite percorsi cuciti su misura per la stagione: i pranzi d’agosto al Refettorio Ambrosiano per gli anziani di Milano; i 12 “Cantieri” di lavoro e condivisione riservati ai giovani, in Italia e in 7 paesi di 4 continenti; la possibilità di donare qualche ora del proprio tempo, per contribuire alla continuità dei servizi resi da comunità di accoglienza, centri educativi, sportelli di aiuto.
Tra i compiti prioritari, anzi statutari di Caritas, c’è la promozione della cultura del volontariato e la formazione dei volontari, quanto alle loro motivazioni, competenze, responsabilità, capacità operative. Non è facile stabilire quanti siano esattamente i volontari (anziani e giovani, continuativi e saltuari o… stagionali, specializzati o generici) attivi nella grande diocesi di Milano all’interno del “sistema Caritas”. In occasione della pubblicazione, avvenuta a giugno, del
Bilancio sociale 2023 della nostra organizzazione, li abbiamo stimati in 10 mila. Cifra che serve non tanto a esaltare le dimensioni e la produttività della nostra rete, ma a rappresentare la perdurante e ostinata attitudine alla generosità, che continua a caratterizzare – se debitamente coltivata – i territori e le comunità ambrosiani.
Ai nostri volontari dobbiamo buona parte dell’autorevolezza che Caritas Ambrosiana si accinge a veder confermata e riconosciuta, dalla città di Milano e dai territori diocesani, in occasione delle celebrazioni, che entrano nel vivo da settembre, per il 50° anniversario della sua istituzione. In mezzo secolo, abbiamo costruito un solido e ramificato sistema di competenze e di professionalità, che ha fatto e fa da scheletro a innumerevoli iniziative di studio, formazione, aiuto nelle emergenze, contrasto delle povertà, promozione della giustizia sociale e di una cultura di pace. Ma senza l’integrazione di energie, il costante ringiovanimento di motivazioni e persino la provocazione alla gratuità che i volontari manifestano, i nostri professionisti e i nostri operatori non saprebbero operare con tanta efficacia, e soprattutto non potrebbero raggiungere il cuore e le menti di tante persone e tante comunità.
Il
Bilancio sociale ci informa che nel 2023 il sistema Caritas ha aiutato in diocesi, in diversi modi, poco meno di 35 mila persone. Ma altrettanto importante è per noi poter documentare che poco più di 20 mila persone hanno seguito diverse offerte e diversi percorsi di formazione. Molti di costoro sono volontari, e ascoltano e accompagnano e orientano ogni giorno i poveri che incontriamo tra le case e nelle strade delle nostre città.
Se l’impennata degli accessi di poveri ai centri d’ascolto Caritas, dopo il terribile triennio pandemico e bellico-inflazionistico, dà segni di attenuazione, come attesterà a ottobre il nostro annuale
Rapporto sulle povertà in diocesi, non depotenziate risultano le sfide che la galassia della povertà continua a sottoporci: insufficienza dei redditi, espansione delle aree del lavoro povero e della povertà educativa, inasprimento dell’emergenza abitativa, incremento delle gravi marginalità urbane. Continueremo a farci carico di questo scenario, anche scollinato il traguardo del mezzo secolo: e lo faremo continuando a portare con noi, come preziosi compagni di strada, anzi spesso come irrinunciabili motivatori, tanti volontari e tante volontarie. Perché la carità, se non è di popolo, è come un cembalo che tintinna.
Luciano Gualzetti
Direttore Caritas Ambrosiana
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