Dall’Expo al Giubileo della misericordia: una carità che si fa cultura
Almeno per noi di Caritas l’anno pastorale sarà come se dovesse cominciare più tardi. La durata di Expo fino alla fine di ottobre farà sì che tutta una serie di appuntamenti tradizionali di inizio anno subiranno dei cambiamenti. A cominciare dall’ormai consueto Convegno di settembre che quest’anno non verrà celebrato, essendo ancora coinvolti con diversi appuntamenti all’interno del sito di Expo. Gli stessi incontri di inizio anno nelle sette zone pastorali subiranno uno spostamento di due mesi in quanto si svolgeranno dalla metà di novembre. Non subirà cambiamenti la Giornata Diocesana Caritas con il Convegno che la precede e che si terranno rispettivamente la domenica 8 novembre e il sabato 7 novembre.
Ma al di là degli aspetti legati al calendario, vorrei dedicare queste righe a condividere con i lettori qualcosa dei temi su cui saremo coinvolti nei prossimi mesi. Temi che riguarderanno in qualche modo il cammino della nostra Chiesa milanese, della Chiesa che è in Italia, ma anche della Chiesa universale.
Partendo da questo livello, infatti, non potremo non soffermarci sui contenuti della enciclica di Papa Francesco, Laudato si’, “sulla cura della casa comune”. Un’enciclica che si innesta sui grandi temi che la partecipazione ad Expo ci ha provocato ad approfondire, quelli del rapporto con la natura e le risorse da trarvi perché ogni essere umano possa avere cibo sicuro e dunque prospettiva di vita buona.
Sempre per rimanere sul piano della Chiesa universale non potremo dimenticare l’atteso Sinodo sulla famiglia del prossimo ottobre, anche per continuare la riflessione sulla famiglia come luogo privilegiato per sperimentare quegli stili di vita indispensabili per una autentica lotta allo spreco e alla cultura dello scarto: ciò che è in gioco non è solo una giusta educazione al comprare, al cucinare, al mangiare; c’è di mezzo l’affinamento di una reale capacità di prenderci cura che difenda le categorie più fragili, dai bimbi non ancora nati, agli anziani che si pensano ormai inutili e di peso.
Un ultimo “evento” segnerà il cammino della Chiesa universale nel prossimo anno pastorale. Si tratta del Giubileo della Misericordia che Papa Francesco ha indetto a partire dal prossimo 8 dicembre: un tempo di grande riconciliazione con Dio, con gli altri uomini, con la natura; un tempo di grande conversione che dovrà toccare anche il modo di pensare ed organizzare l’economia, il mercato, la finanza, affinché la misericordia di Dio trovi canali umani lungo i quali raggiungere quanti ne hanno più bisogno. Un tempo nel quale noi, operatori della carità, siamo chiamati a pensarci anche come operatori della misericordia, attuatori di una specie di giubileo permanente, affinché chi cade lungo il cammino della vita sia aiutato sempre a rialzarsi.
Per venire al livello della Chiesa italiana non possiamo dimenticare che dal 9 al 13 novembre, a Firenze si terrà il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale che avrà come titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Saremo presenti anche come Caritas Ambrosiana nella delegazione della Diocesi di Milano. Ma il tema dovrà toccarci un po’ tutti: se siamo stati in Expo, se viviamo il nostro servizio a favore dei più poveri, se non è più rimandabile un nuovo modo di pensare all’ecologia, tutto questo diventa autentico a partire da una precisa idea di uomo che l’incontro con Gesù Cristo ci consente. È solo guardando a Gesù che noi impariamo CHI è l’uomo, COME lui deve rapportarsi al creato per trarne le risorse per una vita buona e COME dobbiamo occuparci di lui quando per tanti motivi finisce per essere escluso dal banchetto della felicità.
Last but not least dicono gli inglesi. Arriviamo al livello della nostra Chiesa milanese e alla lettera pastorale dal titolo: Educarsi al “pensiero di Cristo” (1 Cor 2,16), con la quale l’Arcivescovo Scola ci indica il cammino di una fede che non si ferma sul piano intellettuale o su quello liturgico o devozionale, ma che diventa pensiero, forma mentis criterio di lettura e di giudizio di quanto accade. Mi viene da pensare a quante volte capita che pur bravi e generosi operatori della carità, poi non riescano a lasciare che le azioni che compiono a favore di chi è variamente segnato dalla vita plasmino il loro modo di giudicare, il loro modo di pensare alla politica, il loro modo di affrontare le grandi sfide mondiali. Ecco allora il senso del sottotitolo che abbiamo pensato per questo anno pastorale di Caritas Ambrosiana: tutto il cammino che siamo invitati a percorrere sui grandi temi che spaziano dall’Expo al Giubileo della misericordia, deve condurci a due grandi obiettivi. Il primo è quello di coltivare un’ecologia, un modo di pensare al rapporto con la natura in cui non solo le risorse del pianeta siano rispettate, ma anche quella risorsa centrale che è l’uomo, specie quando è ferito o escluso. Il secondo riguarda i frutti che la nostra attività caritativa deve produrre su ciascuno di noi, affinché la carità non sia solo un involucro esterno, ma la forma stessa del nostro vivere.
Don Roberto Davanzo
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